Popolo della Famiglia: “FMI: l’Italia crescerà del 1,5% nel 2018”

COMUNICATO STAMPA – PADOVA
Bassan PdF Padova: “Leggiamo bene i dati e capiamo dove intervenire”
«Forse a molti sfuggirà l’importanza dei dati pubblicati dall’ultimo World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale e leggendo sui media nazionali dell’1,5% di crescita economica italiana penseremo ad un successo dell’economia nazionale», esordisce Danilo Bassan del Circolo del Popolo della Famiglia di Padova, commentando il report pubblicato ieri. «È vero: l’FMI riconosce per l’Italia una lieve revisione al rialzo della prospettiva di crescita. In realtà i dati economici e di crescita rilevati dal FMI sono sostanzialmente disastrosi.» prosegue Bassan.
«Nel 2018 l’area Euro avrà una crescita del 60% superiore a quella italiana: noi siamo all’1,5%, mentre i paesi della moneta unica al 2,4% di crescita prevista per il 2018. Addirittura peggio le previsioni per il 2019, un rapporto quasi di 1:2, con una crescita prevista per l’Italia dell’1,1% e l’area Euro posizionata almeno al 2%. In tutta l’Eurozona, l’Italia si posiziona all’ultimo posto, scavalcato persino dalla Grecia, che crescerà nel 2018 del 2% netto.»
Sottolinea Bassan «Veniamo definiti, per il clima d’incertezza politica come “Paese a rischio”, al pari di Brasile, Colombia e Messico, mentre arriva l’ennesima bocciatura per i livelli stratosferici raggiunti dal nostro debito pubblico. Ma c’è un aspetto di cui a Washington l’FMI finalmente si rende conto: l’elemento fondamentale che sta provocando questo disastro. Nel World Economic Outlook viene utilizzato un termine asettico e frutto della neo-lingua del politicamente corretto: l’espressione “trend demografici sfavorevoli”. Ovvero l’Italia implode perché non fa più figli, è all’ultimo posto come tasso di natalità in Europa e di conseguenza insegue il resto del vecchio continente per quanto riguarda il tasso di crescita. Forse la novella classe politica uscita dalle urne lo scorso 4 marzo riuscirà ad accorgersene e porvi rimedio?» si chiede Bassan del PdF Padova, che conclude «Sinceramente ne dubitiamo, ma invece di proporre il folle reddito di cittadinanza, serve subito il reddito di maternità come proposto dal PdF, per aiutare le Famiglie e l’Italia a ripartire, partendo dalla natalità.»

Popolo della Famiglia: “Amministrative in provincia: lavori in corso”

Popolo della Famiglia: “Amministrative in provincia: lavori in corso”

COMUNICATO STAMPA – PADOVA
Boddi PdF Padova: “Stiamo preparando accordi per essere presenti”.
«Sono giorni e momenti di intenso lavoro per concludere accordi e presentare candidati e liste PdF alle Elezioni Amministrative di giugno». Così dichiara Maria Verita Boddi, presidente del Popolo della Famiglia di Padova, che in queste ore, insieme al direttivo del Circolo, sta mettendo a punto le strategie politiche in vista di possibili alleanze per le prossime elezioni amministrative, che vedranno alcuni Comuni del Padovano chiamati ad esprimersi sui nuovi Consigli Comunali. «Stiamo concludendo accordi sulla base della nostra piattaforma programmatica, che mette sempre al primo posto la difesa della famiglia, della vita e della libertà educativa e su questi valori non possiamo scendere a compromessi.» proseguono i consiglieri del PdF di Padova. «Nel giro di qualche giorno scioglieremo la riserva sulle possibili alleanze ed indicheremo le candidature che proporremo ai nostri interlocutori. Con la presenza sul territorio della nostra proposta politica, relativamente nuova, vogliamo dare un contributo propositivo e valoriale anche in ambito locale nei Comuni del Padovano, chiamati al voto a giugno prossimo.» «Il nostro programma e le nostre proposte le conoscete: sostegno a famiglie e al lavoro giovanile, riqualificazione del commercio di vicinato e del territorio, domenica no-work a rotazione nella GDO, no gender nella scuola, promozione della vita, lotta a droga e pornografia. Si tratta di proposte che, anche in piccole/medie realtà come i Comuni in cui si andrà a votare, sono facilmente attuabili.» Conclude Boddi, presidente del Circolo PdF di Padova «Il Popolo della Famiglia è nato dall’esperienza dei Family Day del 2015 e 2016, e partecipando negli ultimi due anni a tutti gli appuntamenti elettorali, vuole restituire speranza al cattolicesimo politico in quanto tale. Senza famiglia non c’è lavoro, senza lavoro non c’è futuro per l’Italia. Perché se il tessuto produttivo del Padovano è conosciuto in tutto il mondo per le sue eccellenze, è grazie a tante famiglie che si sono fatte impresa, dando lavoro ad altre famiglie e creando prodotti capaci di dare corpo e anima al #MadeInItaly, che per noi diventa #MadeInFamilyInItaly. Misure semplici e praticabili per tradurre i nostri valori in azioni. Senza famiglia non c’è lavoro non è quindi solo uno slogan ma il nostro DNA amministrativo.»

Popolo della Famiglia: “No alla morte. Sì alla vita. Questa è la nostra rivolta”

COMUNICATO STAMPA – PADOVA
Il PdF di Padova si esprime per il diritto alla Vita, sempre.
«Siamo accanto a Thomas e Kate Evans nella lotta per evitare che il proprio figlio Alfie venga ucciso!»
con queste parole il consiglio del Circolo PdF di Padova si esprime sulla sentenza di morte emessa qualche giorno fa dal tribunale di Liverpool, dove il piccolo Alfie è ricoverato e recluso, contro la volontà dei genitori, in attesa dell’interruzione dei supporti vitali.
«Stiamo seguendo sui social, con apprensione, la vicenda che in queste ore ha visto i genitori di Alfie cercare di sottrarre dalle mani dei carnefici il proprio figlio.» prosegue Maria Verita Boddi, presidente del Circolo PdF, «È sconcertante apprendere che l’ospedale dove è rinchiuso il piccolo Alfie abbia chiamato la polizia per impedire ai genitori di trasportarlo presso un’altra struttura sanitaria dove proseguire le cure o tentare nuove terapie. In Europa, possono liberamente circolare persone e merci, ma ad Alfie ed ai suoi genitori questo è negato.»
«Tom Evans finalmente ci mostra qual è l’unica via possibile quando lo Stato diventa portatore di morte e tocca i nostri figli: la rivolta contro lo Stato stesso, se le sue leggi e le sue sentenze sono improponibili al cospetto di Dio. Possono schierare cento poliziotti, ma un papà che vede in gioco la vita di suo figlio non si farà fermare. Uno Stato che concede ogni scelta se vuoi morire, ma non riconosce alcun diritto se vuoi tenere in vita un bambino, il tuo bambino.» sottolineano i componenti il circolo PdF locale. «Per noi nessuna legge, nessuna sentenza, nessuna Maestà potrà mai far diventare giusta una scelta per la morte contraria all’istinto dell’uomo per la vita e a quello ancora
più forte di un padre per la difesa della vita di un proprio figlio. No alla morte. Sì alla vita, alla fine la nostra rivolta semplice è tutta qui. Ci uniamo a tutte le associazioni pro-vita e pro-life che in questi giorni sono al fianco dei genitori di Alfie.» concludono i Consiglieri del Circolo del Popolo della Famiglia di Padova.

Popolo della Famiglia: “I BRIGATISTI DI VIA FANI, 40 ANNI DOPO”

COMUNICATO STAMPA – PADOVA
Bassan PdF Padova: “Oggi i carnefici diventano rispettabili opinionisti.”
«Ricorre domani il 40 anniversario della strage di via Fani, ma siamo rimasti tristemente colpiti dal modo in cui la trasmissione “Atlantide” di La7 di Andrea Purgatori, ne ha affrontato la ricostruzione!», con queste parole il Consiglio del Circolo del Popolo della Famiglia di Padova commenta la carrellata di interviste ai terroristi, autori dell’uccisione di Aldo Moro e dei cinque agenti della sua scorta. «Ricordo bene quel giorno, ed il clima di quegli anni a Padova», sottolinea Danilo Bassan del Circolo locale del PdF «e rivedere le interviste, peraltro vecchie di anni e ripescate, mi ha dato l’impressione che avessero la sola intenzione di giustificare azioni folli raccontandole in salsa epica.» «L’attenzione sui protagonisti della strage di via Fani non rappresenta una Nazione che è stata ferita e lacerata dalla violenza di questi assassini. Perché di 14 assassini si tratta, che il 16 marzo 1978 uccisero Aldo Moro e i cinque uomini della sua scorta freddandoli con 91 colpi (45 a bersaglio). Assassini che non sono in carcere, ma rilasciano interviste riempiendo le prime pagine dei giornali, raccontano da protagonisti dall’altare di prime serate in TV l’epopea degli anni di piombo, narrando senza pentimento le loro storie personali. Sono i nuovi eroi dello “star system”?» si chiedono dal Circolo Padovano del Pdf. «Per rendere onore ai quattro ragazzi della scorta, uccisi a sangue freddo ed alla morte dell’allora Presidente del Consiglio, la risposta alla domanda non può che essere questa: NON SONO EROI MA ASSASSINI.» Prosegue Bassan «Giornali e televisioni propongono faziosamente il quarantennale della strage di via Fani, unicamente dal punto di vista dei terroristi ed annientando quello delle vittime. In pochi si chiedono perché la storia delle BR è caratterizzata dalle morti di tanti cattolici: Aldo Moro, il giurista Vittorio Bachelet, il riformista Roberto Ruffilli e molti altri. Perché le brigate rosse scelsero di colpire molti cattolici, gambizzandoli? Perché dopo via Fani del 1978 ci fu la strage di piazza Nicosia, totalmente dimenticata, con l’assalto di tredici brigatisti rossi alla sede romana della Democrazia cristiana? Riciclare vecchie interviste di Mario Moretti, Valerio Morucci, Raffaele Fiore e del defunto Prospero Gallinari, è l’ennesimo oltraggio e dopo quarant’anni non è tollerabile». I cattolici italiani pagarono il prezzo più alto alla furia terroristica rossa e nera. «Il Popolo della Famiglia chiede conto ai media italiani di una narrazione ideologica che vuole costruire un’epica che non c’è stata e non esiste. Il ricordo del quarantennale di Moro deve assolutamente cambiare tono e colore.», conclude Bassan del Circolo Popolo della Famiglia di Padova, «Le Brigate Rosse sono state portatrici di una cappa di morte, non a caso sono anni raccontati come Anni di Piombo. I cattolici italiani cercano di spiegare a chi non ricorda o non vuole ricordare, quanto sia costato stare dalla parte giusta. Stare dalla parte delle persone normali, dei lavoratori, delle famiglie, dell’Italia e delle sue necessità di ordinato sviluppo, ha comportato un prezzo da pagare. Che non vi sia l’oblio per chi ha pagato con la vita e non trasformate il perdono cristiano di tanti parenti delle vittime, in approvazione dell’azione di comuni assassini.»

Popolo della Famiglia: “Senza lavoro non c’è Famiglia, senza Famiglia non c’è futuro”

COMUNICATO STAMPA – PADOVA
PdF Padova: “Nel solco del pensiero del Card. Bassetti: Lavoro, lavoro, lavoro!”
«L’abbiamo detto in campagna elettorale e lo stiamo ripetendo da giorni: senza lavoro non c’è futuro, senza futuro non c’è Famiglia e senza Famiglia non c’è futuro per l’Italia.» Con queste parole i consiglieri del Circolo di Padova del Popolo della Famiglia a fronte delle recenti notizie apparse nei giorni scorsi sui media, a proposito della crisi delle piccole imprese locali, della chiusura di numerose attività di Padova e Provincia, principalmente a carattere familiare. «L’articolo 29 della Costituzione spiega perfettamente che il fondamento della nostra Repubblica è la famiglia fondata sul matrimonio, mentre l’articolo 1 esprime quale sia la leva cardine su cui costruire l’architrave della comunità-stato, cioè la famiglia: il lavoro.» interviene Maria Verita Boddi, presidente del Circolo PdF di Padova. «Leggendo questi due articoli della nostra Carta Costituzionale comprendiamo quale sia la sfida odierna per un nuovo laicato cristiano orientato e guidato dalla Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica.» Non è un caso l’appello del Card. Bassetti alla politica, subito dopo lo spoglio elettorale del 4 marzo: “Il prossimo governo qualsiasi esso sia, in qualsiasi modo sarà formato dovrà in primo luogo occuparsi del lavoro. Ci sono troppi disastri in giro. C’è il rischio che una generazione intera arrivi al tempo della pensione senza mai aver davvero lavorato. Il lavoro non è solo un fatto economico, è una missione, un dono di Dio, un modo di sentirsi utile agli altri, un modo di stare tra gli altri”. Questo è l’appello del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana rivolto alla classe dirigente del nostro paese, affinché “metta il lavoro al primissimo posto dell’agenda… perché il lavoro va assicurato a tutti, in primo luogo ai giovani. Non assicurarlo significa non assicurare il pane, cioè la vita, la dignità. Capisco bene che vi siano grossi problemi strutturali legati alla crisi economica, ma occorre che tutti concorrano a superare questa situazione”. «Lavoro, lavoro e lavoro: questa è l’emergenza sociale che viene posta al primo posto dal Card. Bassetti.» prosegue Boddi «Pensiamoci attentamente: una giovane coppia come affronterà la sfida del “fare famiglia” e “fare figli” se non c’è il lavoro? Come può assicurare un futuro ai propri figli, senza aver la certezza di arrivare alla terza settimana del mese? Come possono i genitori essere primi educatori dei figli, se vengono costretti a lavorare domenica e nei giorni festivi?» «Queste sono le questioni sulle quali, come Popolo della Famiglia, vogliamo dare una riposta precisa e puntuale, ripartendo dalle parole di Giorgio La Pira: “La lotta nella città terrestre per dare il pane a coloro che non ne hanno, per vestire coloro che sono ignudi, è una condizione per divenire cittadini della città celeste”..» concludono dal Circolo PdF di Padova.

Popolo della Famiglia: “Il Boia di stato non si stanca, ora tocca ad Alfie.”

COMUNICATO STAMPA – PADOVA
PdF Padova: “Per i giudici inglesi la morte dev’essere pianificata!”
«Si tratta di omicidio premeditato!», con queste dure parole il Consiglio del Circolo del Popolo della Famiglia di Padova commenta la notizia della condanna a morte per Alfie Evans. Il piccolo Alfie, di poco più di un anno, ricoverato a Liverpool presso l’Alder Hey Children’s Hospital, non merita di vivere. I giudici di Sua Maestà in un grande impeto di salvaguardia della sua salute, hanno deciso, senza possibilità di appello, di non permetterne il trasporto al Bambin Gesù di Roma, che si era reso disponibile a ricercare le cause della malattia di Alfie.
«Secondo le parole dei Giudici Inglesi, Alfie Evans deve morire a Liverpool, in ospedale, perché il bambino potrebbe morire durante il trasporto e questa possibilità comporterebbe “una morte indegna e non pianificata”», sottolineano dal Circolo PdF di Padova, “Una morte non pianificata, non controllata, non organizzata da parte del servizio sanitario inglese: questo è ciò che interessa alla giustizia britannica, questa sì malata.»
«A qualsiasi genitore la possibilità di cercare le cause della malattia di un figlio, sarebbe uno spiraglio di luce e motivo di speranza. Invece la giustizia inglese ha voluto ancora una volta negare questa possibilità ai genitori di Alfie, come già per Charlie ed Isaiah.» proseguono i consiglieri del PdF di Padova. «La strada intrapresa da queste sentenze di morte è chiara: non è degna una morte occorsa nel tentativo di salvare il proprio figlio ed ai genitori viene tolta qualsiasi possibilità di decisione sulla salute dei propri figli malati; viene tolta, per legem, ai genitori la speranza sulla vita dei propri figli.»
Concludono dal Circolo di Padova «L’eugenetica di stampo nazista si ripropone oggi, ammantata da falso pietismo e toglie ai genitori di Alfie qualsiasi speranza. E così, oggi, la Corte ha deciso: niente Appello. Pollice verso per Alfie!»