MARIO ADINOLFI

Il mio parere è noto. Verona, per dichiarazione esplicita di Gandolfini, è un incontro tra persone che si sentono “graniticamente” rappresentati dalla Lega (e dal partito satellite di Fratelli d’Italia) e a loro intendono portare i loro voti alle europee. Per questo dal palco sfileranno Salvini, Fontana, Bussetti, Zaia, Sboarina più la paraleghista Meloni. La nostra valutazione come Popolo della Famiglia è che Verona dovrebbe pesantemente contestare quei ministri anziché offrire una platea plaudente e l’endorsement esplicito di voto alle europee, che immiserisce i temi pro-life consegnandoli alle insegne leghiste.

Che è sempre la Lega della prostituzione statalizzata, la Lega che fa da relatore alla legge sull’eutanasia, la Lega della contraccezione gratuita in Lombardia, la Lega che promuove la Ru486, la Lega che cambia la legge sul seppellimento dei bambini abortiti e li trasforma in rifiuti ospedalieri ma fa seppellire al cimitero cani e gatti. La Lega che ha lasciato che la triptorelina diventasse farmaco liberamente prescrivibile e pure gratuito. La Lega che in legge di bilancio non ha messo un euro per la famiglia o per una lotta seria alla denatalità. Salvini a Verona prometterà. La Meloni dal palco copierà la proposta sul reddito di maternità su cui noi raccogliamo da mesi le firme. Ma saranno chiacchiere al vento per raccattare voti. Ad oggi, zero provvedimenti di legge per la famiglia. Eppure hanno tutte le leve del potere in mano. A Verona tutta la platea dovrebbe alzarsi e fischiarli. Invece applaudiranno le chiacchiere inutili e prometteranno i voti, schiacciando le istanze pro-life su una posizione ideologica e partitica di estrema destra, così facendo isolandole. Un colossale cumulo di errori. Privo di vantaggi, se non individuali per qualcuno. Questa è la nostra valutazione e per questo il PdF non partecipa.