PdF Padova: “L’ossimoro del ddl Zan: discrimina altre discriminazioni”

PdF Padova: “L’ossimoro del ddl Zan: discrimina altre discriminazioni”

COMUNICATO STAMPA – 08 / 04 / 2021

PdF Padova: “L’ossimoro del ddl Zan: discrimina altre discriminazioni”
Furlan (PdF Padova) “Sanzione penale è disegno antropologico teso a cancellare il maschile e il femminile”

«Prima del rinvio alla presidenza del Senato del disegno di legge Zan da parte della commissione Giustizia, avvenuto ieri, era ripartito il consueto coretto monocorde dei sostenitori VIP e social-influencer al ddl con le solite accuse rivolte a chi, come il Popolo della Famiglia, ne sottolinea invece tutte le incongruenze e le discriminazioni che sarebbero state introdotte con la sua approvazione». Il presidente del Circolo di Padova del PdF, Gianpaolo Furlan è intervenuto in questi termini nel dibattito sul ddl Zan «A fronte di questo ennesimo tentativo di agire a livello di pressione pubblica da parte di esponenti sistema per approvare una norma di fatto illiberale, occorre analizzare quanto previsto nel ddl. In primo luogo, la richiesta di punire con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere. Così il ddl Zan introdurrebbe un rilievo giuridico alla percezione personale che prescinde invece da un dato di realtà che è il sesso biologico. Con questa operazione si tende a decostruire la realtà e costruirla secondo il desiderio di ciascuno. Ma l’altro tema importante è quello legato alla punibilità della propaganda di idee. Viene realizzata cioè una vera e propria censura mettendo in pericolo la libera espressione di coloro che legittimamente si oppongono all’introduzione di tale visione antropologica. Ma in questo ddl non si è voluto inserire nelle circostanze aggravanti comuni già previste dal Codice penale (i c.d motivi abietti e futili) l’aggravante per chi “lede la dignità di tutte le persone” evitando la classificazione in eterosessuali, omosessuali, bisessuali, transgender, queer, intersex, ecc. Quindi il riferimento ad alcune categorie (lgbtqi) e non ad altre, introduce una discriminazione per la maggiore rilevanza di taluni verso gli altri» prosegue Furlan «Ci sono discriminati di serie A con stanziamenti di risorse importanti (4 milioni di € l’anno) e discriminati di serie B che ricevono meno o addirittura nulla. Una norma che ancora una volta discrimina le altre discriminazioni». Conclude Danilo Bassan del circolo PdF padovano «Nessuno venga a raccontarci la necessità ed urgenza di questo provvedimento legislativo che, anche in base ai dati OSCAD, emergenza non è. Nel 2019 si sono registrati 107 crimini d’odio per orientamento sessuale e identità di genere, 207 crimini d’odio per disabilità e 805 in ambito razziale e religioso. Di quale emergenza parliamo? Per questo, come già ribadito ieri sera nella trasmissione televisiva “Primus Inter Pares” dal coordinatore Veneto Massimiliano Zannini, lanciamo il nostro appello alle forze politiche che fanno parte della maggioranza di Governo, di mantenere ben ferma l’opposizione alla legge liberticida proposta dall’onorevole Zan in materia di omotransfobia. Chiediamo che questa opposizione sia di principio e dunque concreta e politica, comprendente anche l’opzione di aprire sul tema una crisi di governo, perché sulle questioni di principio non ci sono poltrone che tengano. Ci dichiariamo soddisfatti della decisione presa ieri dalla commissione Giustizia di rinviare alla presidenza del Senato questo ddl insieme ad altri 4 testi, ma la questione politica resta identica».